Intel & Apple
di Vincenzo Ciaglia


Il tramonto del pinguino? Pensiamoci...

Molti di voi sicuramente saranno a conoscenza del neonato accordo tra la Intel, casa produttrice leader di microprocessori, e la Apple, famosissima società di Steve Jobs con i suoi PowerBook, iPod e quant'altro. L'accordo prevede la migrazione, che dovrà concludersi entro massimo il 2007, di tutti i computer della "grande mela" all'architettura x86. Ma quali sono i vantaggi? Gli svantaggi? Con questo accordo chi perderà la propria fetta di mercato? Bene, i vantaggi sono sicuramente quelli dovuti al fatto che la Apple e i suoi software potranno diventare sempre più i veri antagonisti della Microsoft. Inoltre, con la migrazione alla nuova architettura, verrà migliorato il supporto a Windows e ai suoi derivati nonchè a tutti i software della compagnia di Redmond. Questo porterà sicuramente via molti utenti alla Microsoft. Avere un computer (che sia desktop o laptop) dall'estetica raffinata, e parliamo dei PowerBook della Apple, che solo oggi danno completo supporto ai software che prima non erano compatibili, sicuramente indurrà molti utenti alla migrazione da Microsoft (Windows) ad Apple (Mac OS X Tiger). Steve Jobs promette a tutti i suoi clienti di fornire i più potenti ed affidabili computer al mondo e il completo supporto a quest'ultimi.

Infatti, è stato presentato anche Rosetta: questo permetterà di far girare buona parte dei programmi scritti per PowerPC sui Mac Intel-based senza la necessità di ricompilare o riscrivere il codice. Che dire ... Steve Jobs sembra aver azzeccato un'altra mossa di mercato. Ma ora il dubbio che ci assale è uno: ora che la Apple farà concorrenza a tutti i prodotti di casa Microsoft, che ne sarà di GNU/Linux? Ora voi direte: "bhe ... e ora cosa centra GNU/Linux?". Centra centra. Pensate al fatto che il potente sistema operativo della Apple, comunque basato su un kernel Unix, accentra intorno a se sempre più il fascino di molti utenti GNU/Linux e che comunque l'estetica gioca un ruolo cardine nel mondo d'oggi. Un altro punto a favore di Jobs è che il suo sistema operativo, anche se basato su kernel Unix, ha raggiunto un altissimo livello di usabilità tanto da essere paragonato alla "facilità d'uso" di Windows.


Torvalds e compagni, purtroppo, sembrano non esserci mai riusciti. Ebbene, cosa ne sarà ora di GNU/Linux? Mi è venuto spontaneo fare delle riflessioni su quanto detto da John Dvorak, uno dei più famosi ma anche odiati giornalisti che si occupa del mondo Apple, in uno dei suoi ultimi articoli: "la morte di Linux". L'allarme, effettivamente, sembra essere già stato lanciato e le parole pronunciate da Dvorak non sembrano tanto infondate così come sembrano ad una prima lettura. La Apple sta creando un nuovo mondo di fare informatica, servizi e sviluppo software. Microsoft è stata allarmata ma anche GNU/Linux lo è.


AUTORE TESTO
Vincenzo Ciaglia
TuxJournal.net

Pubblicato il: 13/06/2005


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