08 aprile 2005
La scarsa fidelizzazione dei motori di ricerca. Una speranza concreta per Yahoo e MSN

Nel mese di Febbraio, Nielsen/Netratings ha pubblicato un'interessante analisi in merito all’utilizzo dei motori di ricerca. Il dato in assoluto più interessante è l'estrema volatilità di search engine user.

Google, come ampiamente previsto, risulta il motore di ricerca più utilizzato in assoluto e raccoglie quasi il 50% di tutte le query (ricerche) effettuate.

Lo studio ha però rilevato che il 58% degli utilizzatori di Google utilizza 'contestualmente' anche gli altri due player internazionali nel campo della ricerca in Internet: Yahoo e MSN. Anche molti fra gli utenti di Yahoo e di MSN - ovviamente - utilizzano altri motori di ricerca; il 71% degli utenti di Yahoo utilizza infatti almeno uno degli altri due motori di ricerca; una percentuale quasi invariata per quanto riguarda MSN (70%).

I primi motori di ricerca in ordine di "query share"
Gennaio 2005, Usa, casa e lavoro
Motori di ricerca Query*
(in migliaia)
Percentuale delle query totali
Google Search 1,923,153 47%
Yahoo! Search 868,174 21%
MSN Search 523,188 13%
Totale 4,085,880 --
Source: Nielsen//NetRatings

Continuando con l'analisi dei dati, scopriamo che il 71% di traffico "condiviso" di Yahoo si distribuisce per il 39% a Google, per l'11% a MSN e per il 21% a tutt'e due. Per quanto riguarda invece MSN, del 70% di traffico 'condiviso', il 33% va a Google, il 13% a Yahoo e il 24% a entrambi.

Come appare chiaro, i dati di 'sovrapposizione' nell'utilizzo dei motori di ricerca sono molto più interessanti di quelli di utilizzo assoluto. Nella battaglia che è da poco cominciata (e che ancora non è entrata di fatto nel vivo) fra i tre grandi motori di ricerca internazionali, appare infatti chiaro che si può contare poco sull'effetto fidelizzazione. Questa è una brutta notizia per Google, che potrebbe perdere nell'arco di pochissimo tempo il proprio vantaggio competitivo, ma è una buona notizia per Yahoo e MSN, che possono contare su centinaia di milioni di query in più per il prossimo futuro, dal momento che già la maggior parte di coloro che abitualmente (e principalmente) utilizza Google utilizza anche i due principali competitor.

La fidelizzazione in Internet è notoriamente scarsa e i motivi sono semplici da intendere. Che cosa ci separa dal 'tradire' il nostro 'fornitore' abituale? Solo un click. Nel mercato offline, le barriere da superare per modificare le nostre abitudini d'acquisto esistono e spesso sono difficilmente superabili. Chi è abituato ad andare in una certa edicola della città, difficilmente cambia e per vari motivi. La distanza, il rapporto con l'edicolante, la presenza di determinati giornali (spesso legata al rapporto con l'edicolante) etc. In Internet scoprire un nuovo sito è facile, scoprire il miglioramento qualitativo di un sito anche e abbandonare un sito che fino a ieri era il nostro punto di riferimento altrettanto.

Questo per quanto riguarda il Web in generale. I motori di ricerca - in questo scenario - sono ancora più svantaggiati e per un motivo molto semplice: per fidelizzarsi occorre tempo e... permanenza. La fidelizzazione dell'edicolante è inferiore a quella per la pizzeria (dove rimaniamo più tempo); un portale fidelizza molto di più di un motore di ricerca.

Proprio in ragione di questi fatti, possiamo facilmente presupporre che la battaglia per la supremazia dei motori di ricerca sarà sempre molto serrata.

Per ora siamo ancora in una fase quantitativa piuttosto che qualitativa della gigantomachia; la lotta è sul numero di pagine web indicizzate, sulla velocità di caricamento delle pagine, sui servizi 'ccessori' alla ricerca pura (local search, desktop search etc.). Il salto qualitativo sarà fatto da quel motore di ricerca che riuscirà a passare armonicamente ed efficacemente da una dimensione lessicale (cercare per keyword) a una ricerca semantica (cercare per concetti), anche se è facile presupporre che questo vantaggio competitivo non duri comunque per più di un anno o due, vista la continua tensione al miglioramento di tutti i player in campo e visto soprattutto che i motori di ricerca sono sempre meno appannaggio di giovani ricercatori universitari e sempre più considerati una vera e propria fonte di revenue.

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