26 marzo 2005
Over-optimization: mito o realtà?

Da qualche tempo a questa parte si sente parlare di over-optimization in relazione a pratiche di SEO. Inutile dire che questo concetto è legato per lo più a Google, che - nonostante gli sforzi profusi negli ultimi mesi/anni da MSN e Yahoo - è a tutt'oggi la più grande 'fonte' di visite per qualsiasi sito web che abbia un traffico 'engined'.
Prima di capire se effettivamente esista questa over-optimization, vediamo di chiarirne il concetto.
Come dice la parola stessa, l'over-optimization è una 'eccessiva' ottimizzazione; per ottimizzazione si intende quell'attività volta a migliorare l'esperienza di navigazione dell'utente e allo stesso tempo l'attività di spidering e di indicizzazione dei motori di ricerca. E' bene subito chiarire che per ottimizzazione si debbono intendere quelle attività "white hat", ovverosia consentite, e non quelle "black hat", ovverosia di vero spamgine. Attività tipicamente di spamgine sono l'utilizzo di font dello stesso colore del background, utilizzo di font troppo piccoli per essere letti da un navigatore etc. In questo articolo presupponiamo che le attività di "white" optimization siano conosciute e le citeremo solo come esempi nell'analisi della possibilità della suddetta over-optimization.
La nostra teoria è che di fatto non si possa mai parlare di over-optimization, quanto piuttosto di bad optimization, ovverosia di utilizzo scorretto degli strumenti che normalmente migliorano il posizionamento di un sito nelle SERPs (Search Engine Results Pages).
Partiamo da un dato di fatto: molti siti che sino a poco tempo prima erano presenti e ben posizionati sulle pagine di Google hanno subìto delle drastiche penalizzazioni. E' sufficiente visitare qualcuno dei forum in cui i webmaster condividono le proprie esperienze per verificare questo fatto. Nella maggior parte di questi casi, venivano applicate tecniche "white hat", infatti in caso di pratiche spamming è difficile che il sito raggiunga dei buoni livelli di posizionamento.
Che cosa è accaduto a questi siti? Perché un sito che fino a ieri era considerato 'valido' da Google, oggi si ritrova bannato o fortemente penalizzato?
Per analizzare i possibili casi di over-optimization dobbiamo distinguere tra fattori on-page e fattori off-page.

I fattori on-page sono quelli che riguardano ciò che è contenuto nelle pagine del sito in oggetto.
I fattori off-page sono quelli che riguardano invece ciò che esula dai contenuti delle pagine del sito.

A nostro parere esiste solo un tipo della cosiddetta over-optimization che può riguardare i fattori on-page; si tratta della keyword density. Uno dei parametri che Google valuta per il ranking di una pagina nelle SERPs è la keyword density, ovverosia la frequenza di una keyword (o keyphrase) all'interno di un documento. Mettiamo che la keyword in oggetto sia "lardo di colonnata"; una pagina sarà posizionata nelle SERPs meglio di altre se - a parità degli altri fattori - conterrà una 'giusta' frequenza di questo termine rispetto alle altre parole utilizzate. Google non ha mai dichiarato (per ovvie ragioni) quale sia questa percentuale o quale sia il range percentuale che permetta di far parlare di una frequenza "corretta". A nostro parere la percentuale non deve eccedere il 5% dei termini di una pagina anche se molti parlano anche del 10, 12%. Di fatto, è plausibile che pagine che contengano una frequenza eccessiva di un termine significativo (e quindi 'al netto' di preposizioni, articoli, avverbi etc.) siano considerate da Google 'innaturali' e subiscano quindi un banning o una penalizzazione. Questo esempio, citato in molti forum come esempio di over-optimization, a nostro giudizio è una pratica "black hat"; che differenza c'è tra utilizzare font dello stesso colore del background di una pagina ed 'esagerare' con l'utilizzo di una keyword all'interno di un documento? Nessuna. Quindi, in questo caso, non si tratta di una over-optimization, ma di una bad-optimization, ovverosia di un utilizzo sbagliato (e quindi illegittimo) di tecniche corrette.

Più interessante è il caso dei fattori off-page. A nostro parere, il principale fattore off-page in un sito è il suo inbound linking, che - di fatto - possiamo considerare la vera novità introdotta da Google nel 1998. L'essenza dell'inbound linking è questa: a parità di fattori on-page, vengono posizionati meglio quei siti che sono più linkati (quantità) e linkati da siti già considerati 'validi' e che siano attinenti con i contenuti del sito linkato (qualità).

A nostro parere l'inbound linking può essere controproducente.

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